Presepi in tempo di Covid

presepeNegli anni passati, in questo periodo, alcuni presepisti avevano già progettato la nuova opera che sarebbe andata in scena a Natale e stavano lavorando per realizzare quanto avevano in mente.
Altri cominciavano adesso a ricercare nelle cantine e depositi vari il materiale che avrebbero utilizzato per ripetere le opere già conosciute e care a genitori e bambini,  magari apportando qualche variazione.
Bastava un colpo di telefono e la squadra si trovava la sera in parrocchia a lavorare fino a tarda ora con assi, gesso, sabbia, cartoni, colla,  muschio vero e no, polistirolo, fili elettrici, led, computer…

Quest’anno per i presepisti non c’è alcuna certezza.
Le normative che, giustamente, intendono limitare i contagi pongono diversi interrogativi a questi volontari che non vanno in piazza a far sentire la loro voce.

Malgrado dubbi, incertezze e continue variazioni di normative, diversi presepisti si preparano a presentare anche quest’anno un’opera che parli al cuore di grandi e piccoli, che porti un messaggio che non è solo religioso.  Si riuniscono in pochi alla volta qualche pomeriggio alla settimana e quindi privilegiando i pensionati, con la mascherina e cercando di mantenere tra loro le distanze. Stanno pensando come, a lavoro finito, si dovranno evitare gli assembramenti dei visitatori con dei servizi d’ordine e con percorsi segnati.

Sempre che non vengano chiuse del tutto le chiese.

I valori che vogliono testimoniare non sono solo religiosi perché la  nascita di un bimbo in una grotta ci ricorda i rischi e le morti di piccoli migranti.
I contadini e i pastori che vanno generosamente incontro a Gesù Bambino, ci ricordano tutte le persone che in questo periodo si mettono a disposizione degli altri.  Inoltre il presepio ricorda a tutti quando eravamo bambini e davanti a quelle statuine sentivamo il calore della famiglia.
E quando, più tardi, anche se avevamo fatto esperienza di disillusioni, non riuscivamo a non cercare in quelle modeste opere d’arte la speranza di pace internazionale ed interiore.

Per questo, e per i sentimenti di ognuno di noi, i presepisti, affrontano le difficoltà e le incertezze e lavorano per il prossimo Natale.
Questi appassionati artigiani-artisti sono sostenuti dal timore che i bambini in futuro non conoscano il presepio.
Sperano che i media diano spazio al loro messaggio di speranza e auspicano che anche le famiglie, con un “lockdown” volontario, contribuiscano a mantenere una tradizione che fa bene al cuore.   

Giorgio

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